6.7.09

La Vita


LA VITA

Un giorno la Vita prese le sembianze di un bel giovane e si mise in cammino per le strade del mondo. Al margine della foresta vide una capanna ed entrò trovandovi un pover'uomo malato d’elefantiasi: tutte le sue membra erano gonfie e deformi tanto che si muoveva a fatica.
- Oh, qual buon vento ti conduce a me? - disse il malato - Chi sei tu?
- Sono la Vita - rispose l'altro - alcuni mi riconoscono quando vengo ma non quando torno.
Io vado e vengo. Tornerò da queste parti fra qualche anno. Ma perché gemi tanto?
- Soffro di una malattia orribile, ha distrutto il mio aspetto umano e mi ha tolto ogni gioia di vivere. Non ne posso più.
- Se vuoi - disse la Vita - ti guarisco. Ma tu mi dimenticherai.
- No! - assicurò il malato - Chi mi guarirà, resterà eternamente nella mia memoria e godrà la mia riconoscenza per sempre.
La Vita sparse una polvere misteriosa sul malato e questi guarì per incanto.
Ripreso il cammino, la Vita giunse presto alla capanna di un lebbroso.
- Oh, benedetto tu che vieni da me! - esclamo il lebbroso al vedere il bel giovane - Posso sapere il tuo nome?
- Io sono la Vita - disse il nuovo arrivato - alcuni mi riconoscono quando vengo ma non quando torno. Vado e vengo. Torero da queste parti fra qualche anno. Ora ti guarisco, ma tu ti ricorderai di me?
- Non ti dimenticherò finché campo - disse il lebbroso.
La Vita lo guarì e riprese il cammino.
All'ingresso di un villaggio, ecco un cieco che avanzava cercando la strada col bastone. Sentendo dei passi, il poveretto si ferma e chiese: - Chi è?
- Io sono la Vita. Alcuni mi riconoscono quando arrivo ma non quando torno.
Guarì anche il cieco e scomparve.
Passarono gli anni e a suo tempo la Vita torna come aveva detto. Ma questa volta s'era nascosta sotto le sembianze di un cieco. Era sera quando arrivò alla capanna dell'uomo che aveva guarito dalla cecità e bussò alla porta. Era assente, ma c'era la moglie.
- Pietà di questo povero cieco - disse la Vita - conosco vostro marito, posso avere qualche ristoro mentre lo attendo? Mi basta un po' d'acqua.
- Il mio uomo è uno stolto - borbotta la donna - tira in casa tutti gli straccioni che incontra!
E gli diede con malagrazia un po' d'acqua sporca in una vecchia zucca. Giunse finalmente il padrone.
- Sono di passaggio - disse il finto cieco - puoi accogliermi in casa tua fino a domattina?
L'uomo brontola qualche parola, poi stese una stuoia in un angolo della capanna e diede al cieco un po’ d’arachidi. Quando l'alba spuntò, la Vita chiama e gli disse: - Non ti avevo detto che alcuni riconoscono la Vita quando arriva e non quando torna? Eccomi qua, e tu non mi hai riconosciuto perché la cecità è rimasta nel tuo cuore. Perciò tornerà anche nei tuoi occhi.
Così dicendo uscì, lasciando dietro di sé una traccia di polvere. Quell'uomo ritornò cieco come molti anni prima.

La Vita raggiunse presto il villaggio di quel che un tempo era lebbroso, e si coprì di lebbra orribile tanto che sciami di mosche lo perseguitavano. Bussò alla porta, ma quell'uomo, visto il lebbroso, rifiutò di farlo entrare e di dargli da mangiare dicendo che era troppo sporco.
- Non te l'avevo detto che alcuni riconoscono la Vita quando viene e non quando torna?
Così dicendo partì lasciando dietro di sé la polvere misteriosa. L'uomo ingrato si trovò di nuovo coperto di lebbra tanto che la sua carne cadeva a brandelli.

Giunta alla capanna di quel che un tempo era malato d’elefantiasi, la Vita si gonfiò le membra in modo che a stento poteva camminare. Si affaccio alla porta e disse: - Buon uomo, un po' di ristoro, per carità!
- Avanti! Avanti! Entra! - disse l'uomo affrettandosi ad aiutare il finto malato.
- Oh, che disgrazia! Anche io una volta avevo questa brutta malattia, ma un bravo giovane passando di qua mi guarì. Chissà... E mentre parlava mise a cuocere dell'ottimo cibo e presto al malato ogni cura possibile e immaginaria.
All'alba la Vita si presento per il bel giovane che era e disse: - Tu hai riconosciuto la Vita anche al ritorno. Sei uno che non dimentica i benefici ricevuti e sai soccorrere chi soffre cioè che tu stesso hai sofferto. Perciò resterai sempre sano e godrai d’ogni prosperità.
L'uomo volle dare alla Vita qualche regalo, ma la Vita lo ringrazio dicendo: - Non ho bisogno di ricchezze. Voglio che tu ricordi una cosa importante:
La vita può cambiare e portare oggi bene e domani male, ma spesso dipende da noi renderla migliore o peggiore.

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