30.11.09

J.de La Fontaine

J.de La Fontaine
Prodotto dell'immaginario collettivo, partecipe di un fondo comune di conoscenze immediate, risalente probabilmente a un modello orientale, la favola si codifica in testi redatti sia in prosa sia in versi con finalità a carattere morale-didascalico, pertanto la sua trama non si esaurisce nella vicenda narrativa, ma vuole piuttosto evidenziare un messaggio di ordine etico, giacché assai spesso gli scrittori se ne valsero in rapporto a un contesto politico-sociale corrotto, da biasimare. Ed è proprio grazie a Jean De La Fontaine che la favola conosce il proprio momento d'auge in Europa durante il '700...

Esopo
Esopo è stato un favolista greco del VII o VI sec, a. C., della cui vita pochissimo ci è noto. Probabilmente frigio di nascita, fu dapprima schiavo: poi, liberato da Xanto, compì numerosi viaggi. Una leggenda narra che, incaricato da Creso, re di Lidia, di portare offerte ad Apollo Delfìco, fu profondamente sdegnato dalla corruzione dei sacerdoti del tempio. Essi per vendicarsi nascosero tra i suoi abiti una coppa d'oro accusandolo poi di averla rubata: gli abitanti di Delfo lo condannarono per questo ad essere gettato dalla rocca Jampea. Un'altra leggenda lo dice gobbo e balbuziente. Esopo, dallo spirito argutissimo e geniale, compose numerose favole, spesso riferite agli animali, ma con trasparenti allusioni al mondo degli uomini. Le redazioni a noi giunte delle favole di Esopo sono dell'età ellenistica: si tratta di 400 favole brevi e di stile sobrio, concluse da una breve morale. I personaggi sono per lo più animali, ma anche uomini e dèi, o piante. Fra i maggiori imitatori delle favole esopiche furono Fedro e La Fontaine. La grande fama di Esopo e dei suoi protagonisti è dovuta alla semplicità e freschezza di efficacia educativa, dai temi perennemente vivi delle favole che riflettono la sapienza morale del popolo ma anche dalla forma allegorica.

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